Sicilia - da Palermo a Erice
Una costa con colori dalle varie sfumature che si affaccia su un mare azzurro con un clima dolce con i profumi che inebriano i sensi, questa è la Sicilia che vogliamo farvi scoprire. Un'isola che si può definire quasi un piccolo continente per tutto quello che ha da offrire.
Popoli di 20 stirpi diverse lungo i millenni hanno calcato il suolo di questa terra circondata dal mare che i Greci chiamavano treisacrà (trinacria) terra dei 3 promontori.
La più grande isola del Mediterraneo la nostra bellissima Sicilia è un territorio ricco di arte, storia, leggende, filosofia ma soprattutto di eno-gastronomia.
Sin dalla remota antichità è stata segnata dalla sua posizione geografica che l'ha fatta diventare un ponte immaginario tra l'egeo e l'occidente, tra Africa ed Europa.
Tante sono le tracce lasciate dai popoli giunti dal mare.
I primi a fondare colonie commerciali furono i Fenici, poi arrivarono i Greci che in pochi secoli riuscirono a far diventare la Sicilia più importante della madre patria.
Gli scavi archeologici ci raccontano di una civiltà incredibile, molte città costellate di templi e poi tanta ricchezza e sfarzo, ma soprattutto cultura.In sicilia c'è la più alta concentrazione al mondo di teatri antichi, tra i più belli ricordiamo quello di Taormina.
E da dove cominciare se non da Palermo, capitale italiana della cultura 2018.
Il centro storico di Palermo è il più grande d'europa,La città era anchechiamata la “conca d'oro”o "ziz" cioè fiore come la chiamavano i fenici.
Questa città è testimone di una storia millenaria scritta dai popoli che si sono avvicendati con usi, costumi e culture diverse. Tutto questo ha portato gli abitanti di Palermo ad essere il popolo ospitale che oggi noi tutti conosciamo. l'attuale nome lo dobbiamo ai greci che la definirono "panormos" cioè "tutto porto".
il nostro giro inizia dalla cattedrale La CHIESA di santa vergine maria assunta,questa è stata tempio, moschea e poi chiesa, uno degli edifici che più ha risentito delle dominazioni, risale al 1100 ed è stata eretta sui resti di una moschea al suo interno sono conservate le reliquie dei re che hanno governato,e di santa Rosalia la santa patrona. dal 2015 fa parte del patrimonio unesco.
Poco distante troviamo Piazza Pretoria dove sorge la bellissima fontana detta "della vergogna" così chiamata perchè ci sono le statue nude,raffiguranti divinità pagane, allegoriche e mitologiche. Fu scolpita da Francesco Camilliani, la particolarità di questa fontana è che fu costruita a Firenze e poi smontata e rimontata alla fine del 1554 a Palermo. Questa fontana non era stata costruita per Palermo ma per una villa privata eal comune di Palermo costò ben 30.000 scudi.
Sulla piazza si affaccia il municipio conosciuto anche come palazzo delle aquile.
Il cuore di Palermo è piazza vigliena detta anche 4 canti o ottagono del sole, questa piazza taglia idealmente Palermo in 4 parti. Fuori ci sono i 4 canti cioè 4 palazzi tutti uguali dove sono presenti le sculture delle 4 sante che erano le patrone della città prima di Santa Rosalia. Le 4 fontane rappresentano i 4 fiumi antichi della città e poi salendo ci sono le statue delle 4 stagioni dei 4 re spagnoli ed infine in cima le 4 sante.
E' bello vedere come l'arte arabo-normanna sia l'armonica fusione tra 2 tipi d'arte diametralmente opposti tra di loro cioè quella arabo-mussulmana con quella normanno-cattolica.
La chiesa di San Cataldo e quella di Santa Maria dell'ammiraglio o della martoranasi trovano nel centro storico. Dal 2015 quest’ultima fa parte del patrimonio unesco nell'ambito dell'itinerario arabo-normanno di Palermo, Cefalù e Monreale. San Cataldo è risalente al 12° secolo con lo stile arabo normanno. Ciò che subito salta agli occhi dall'esterno sono le 3 cupole rosse che si scagliano nel cielo azzurro.
Mentre la chiesa della Martorana è uno scrigno bizantino nel cuore della città, con i suoi fantastici mosaici che guardando il soffitto si trasformano dal mosaico all'affresco. Una particolarità di questa chiesa è che si può assistere alla messa che viene ufficiata con il rito greco bizantino.
Il palazzo reale di Palermo o palazzo dei Normanni, oggi sede dell’assemblea regionale, fu costruito in età punica.La storia di questo edificio si identifica con la storia stessa di Palermo.Un tempo ospitava i sovrani di Sicilia e sotto il regno di Federico II e Corrado IV fu sede imperiale e sorge nella parte più alta dell'antica città.
Alla prima parte del palazzo fu aggiunta la porta nuova eretta per celebrare l'ingresso di carlo 5° che ritornava dalla guerra contro i turchi. In cima troviamo l'aquila senatoria tutta realizzata in maiolica.
Al suo interno si trova anche la cappella palatina,una basilica a 3 navate dedicata a San Pietro apostolo, la cupola le absidi e transetto sono interamente decorati con mosaici di età bizantina, alle pareti scene del vecchio e del nuovo testamento. Sicuramente l'immagine più importante e simbolo stesso della cappella è il Cristo pantocratore e benedicente.Il suo soffitto lo si può definire il più grande complesso di pittura mussulmana del medioevo. Filagato da Cerami descrive la sua meraviglia entrando nella cappella e guardando all’insù dicendo:"uno non si sazia di guardare perchè abbellito da intagli sottili variati in forma di canestri e brillando tutto intorno per l'oro esso imita il cielo".
Dai tempi di Filagato fino ai giorni nostri questa cappella non ha mai cessato di suscitare stupore.
Forse niente meglio della grande tradizione del cibo da strada interpreta lo spirito della Sicilia e del suo antico legame con l'oriente.
Il Mercato di ballerò (soukal ballarat di origine saracena) e quello della vucciriasono sicuramente i più famosi di Palermo. Il mercato della vucciria già dai tempi del dominio francese era molto conosciuto in quanto si vendeva prettamente carne ed il nome si dice che provenga proprio dal francese…, oggi in dialetto siciliano significa vociare... qui tutti i commercianti con le loro grida in siciliano, "le abbagnate" richiamano i passanti.
Ci perdiamo tra i vicoli del centro storico dove ci imbattiamo in un teatro di Pupi, il teatro dei Pupi fa parte integrante della cultura siciliana,nelle rappresentazioni si narra delle battaglie fatte contro i crociati e di storie di amore tra dame e cavalieri.
Non si può lasciare Palermo senza visitare Mondello con il suo meraviglioso mare e poi salire sul monte pellegrino…,qui sono ben visibili sia Palermo che Mondello.
Altra tappa d'obbligo è Monreale, la visita al suo mastodontico duomo è un balzo indietro di oltre 1000 anni al suo interno infatti ci sono i mosaici meglio conservati dell'età bizantina che coprono tutte le pareti della chiesa fino a raggiungere un’estensione di quasi 6.500 metri quadrati. Anche qui il Cristo Pantocratore è al centro della scena.
Ci spostiamo verso Trapani e giungiamo a Segesta la città del mito e della storia, quest'angolo di Sicilia è capace di suscitare forti emozioni qui la natura si fa palcoscenico,tanti i vigneti che ingentiliscono le colline e le pendici del monte barbaro, ciò che resta della città antica è il suo tempio e il teatro. Il tempio di fattezza dorica è uno dei meglio conservati del tempo, fu costruito dagli Elimi i profughi provenienti da Troia che fondarono la città. Il teatro incastonato su una collina in posizione panoramica, ancora oggi,grazie alla sua perfetta acustica ospita spettacoli nelle calde serate estive.
Segesta è nota per essere città bellicosa insieme a Selinunte sua acerrima nemica.
Lasciata Segesta alle spalle ci dirigiamo verso il mare e giungiamo ad Erice.
Famosa per la coltivazione della vite oggi è il secondo distretto vitivinicolo d'europa dopo Bordeaux. Ci apprestiamo a visitare una cantina della zona dove assaggiamo un vino meraviglioso. Da lontano scorgiamo Erice alta,che si erge a circa 750 metri sul mare. Entriamo dalla porta trapani dove subito abbiamo piazza matrice, quì sorge la chiesa madre che risale al 1300 ed è dedicata all'Assunta... la cosa meravigliosa di questa cittadina è quella di aver mantenuto intatto il centro strorico medievale con le sue stradine di ciottolato e le sue botteghe artigianali.Tappa d'obbligo è la pasticceria dove assistiamo alla lavorazione della pasta di mandorle, uno dei dolci tipici siciliani. Ci perdiamo tra i vicoletti della città e giungiamo fino la castello, dal suo affaccio scorgiamo le famosissime saline di Trapani.
Scendiamo dalla città alta di Erice e dopo pranzo nel nostro fantastico hotel facciamo il bagno. Erice ha delle spiagge meravigliose, ed il suo mare lo si può definire leggendario, è lo stesso mare che vide navigare Enea e Ulisse.
Nel pomeriggio visitiamo le saline di Trapani, il sale fin dall'antichità è sempre stato considerato l'oro bianco, basti pensare che i romani in aggiunta alla paga dei loro lavoratori davano anche del sale, da qui il termine salario che ancora oggi utilizziamo.
Questa zona è una riserva naturale nella quale trovano rifugio da decenni tantissimespecie di uccelli migratori,oltre 230 sono la specie che ne fanno parte e che hanno deciso di nidificare in questo luogo meraviglioso.
Fu istituita come riserva nel ‘95 e affidata in gentione al wwf. Guardandola dall'alto i colori sono incredibili, i colori diversi indicano lo stadio della lavorazione del sale, e i mulini servivano proprio per far entrare l'acqua di mare nelle vasche. successivamente l’acqua ricca di sale passa in altre vasche sempre meno profonde di un colore con varie sfumature di rosa,il colore è dovuto ad un'alga. Ovvimente a mangiare quest'alga ci sono dei gamberetti che diventano poi il nutrimento dei numerosi fenicotteri presenti nelle saline. Quindi il colore del piumaggio dei fenicotteri è dovuto proprio al gamberetto di cui si nutrono. Il sale una volta raccolto viene messo sui lati delle saline e poi ricoperto con delle tegole per ripararlo dalle intemperie.
Torniamo in hotel ed assistiamo ad un tramonto fantastico.
Termina qui la prima parte del nostro viaggio in Sicilia, ma le nostre avventure in Trinacria sono solo all’inizio, percorreremo ancora molti chilometri in quest’isola baciata dal sole al centro del Mare Nostrum…
E vi lasciamo con questo detto di Guy de Maupassant: Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno.